Sovrappeso e obesità sono definiti dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) come condizioni di anormale o eccessivo accumulo di grasso corporeo che presentino un rischio per la salute.

In Italia la prevalenza di persone in sovrappeso e con obesità cresce al crescere dell’età, tanto che se l’eccesso di peso riguarda 1 minore su 4, la quota quasi raddoppia tra gli adulti, raggiungendo il 46,1 per cento tra le persone di 18 anni e oltre. La prevalenza maggiore si riscontra in entrambi i generi nella classe 65-74 anni (61,1 per cento) e, mentre la maggioranza degli uomini presenta un eccesso ponderale già a partire dai 45 anni, per le donne ciò si verifica dopo i 65 anni.

L’obesità è una condizione multifattoriale che riconosce pertanto vari meccanismi scatenanti. La causa principale resta comunque l’alterato equilibrio tra energia introdotta con il cibo e energia spesa con l’attività fisica. La SEDENTARIETA’ resta il fattore di rischio maggiormente responsabile associato ad un eccessivo apporto calorico con la dieta.

Fattori sociali, psicologici, farmacologici, endocrini possono contribuire allo sviluppo di questa patologia, ma sono comunque situazioni rare così come le cause genetiche.

L’obesità si misura utilizzando un indice chiamato Body Mass Index (peso in kg/altezza cm al quadrato) che permette di poter stabilire il grado di obesità e quindi di calibrare il trattamento più adatto per ogni soggetto.

L’obesità può essere pertanto classificata in: lieve BMI: 30-34.9 (eccedenza ponderale del 20-40%)

Media BMI: 35-39.9 (eccedenza ponderale del 41-100%)

Grave BMI: >40 (eccedenza ponderale oltre il 100%)

I soggetti obesi corrono un maggior rischio di sviluppo di svariati disturbi che comprendono malattie metaboliche come il diabete e la dislipidemia (alti livelli di colesterolo e trigliceridi), malattie cardiovascolari come l’ictus e l’infarto, malattie respiratorie (quali le apnee notturne), problemi a carico delle articolazioni (dolori causati da artrosi alle ginocchia, alle anche e alla schiena), disturbi ginecologici (irregolarità mestruali, sindrome dell’ovaio policistico, complicanze in gravidanza), infertilità, disturbi della sfera sessuale (impotenza), predisposizione allo sviluppo di malattie dell’apparato digerente (ad esempio reflusso gastroesofageo, calcoli della colecisti), disturbi dell’umore (per esempio depressione).
Infine va ricordato che la presenza di obesità aumenta il rischio di sviluppo di alcuni tumori quali ad esempio il tumore endometriale (un tipo di tumore dell’utero), il tumore colorettale, della colecisti e della mammella.

Maggiore è il grado di obesità e maggiore è il rischio di sviluppare queste malattie ed è bene sottolineare che il sovrappeso e l’obesità in età infantile comportano un maggior rischio di incorrere in patologie articolari, cardiocircolatorie e polmonari in età precoce e generalmente chi è obeso da “piccolo” lo è spesso anche da adulto.

Appare chiaro dunque che l’obesità costituisce un importante fattore di mortalità: ogni ano in Europa 320.000 persone muoiono per cause legate direttamente all’obesità e che sia responsabile del 7,7% di tutte le cause di morte.

Il soggetto gravemente obeso ha un’aspettativa di vita ridotta di circa 7-10 anni rispetto alla popolazione normopeso e il rischio aumenta con l’aumentare del BMI e della circonferenza addominale.

L’obesità comporta un peggioramento della qualità della vita: difficoltà al movimento e a svolgere le attività quotidiane e anche semplicemente lavarsi e prendersi cura di sè, trovare indumenti adatti, discriminazioni sociali e in ambito lavorativo, viaggiare.

La cura dell’obesità si pone come obiettivo non solo quello di ottenere un calo ponderale che possa ridurre i rischi per la salute del paziente, ma anche di poter mantenere il risultato ottenuto nel tempo.

Il primo approccio è sicuramente quello dietetico comportamentale mirato alla correzione di comportamenti alimentari errati e su programmi di attività fisica specifici. Dal punto di vista farmacologico non esistono allo stato attuale terapie mediche che permettono di curare l’obesità: sul mercato sono presenti numerosi tipi di integratori e alcuni farmaci che possono ridurre l’assorbimento dei grassi ma che devono essere utilizzati solo in casi selezionati.

Un ulteriore approccio terapeutico è la riabilitazione multidisciplinare che segue il paziente obeso su più setting (ambulatoriale, residenziale, ect) avvalendosi di vari specialisti (internista, nutrizionista, dietista, psicologo, fisioterapista, psichiatra, etc). L’obiettivo anche in questo caso è quello di migliorare la sua capacità di gestione del peso corporeo, riattivare le strutture muscolari e recuperare mobilità articolare, migliorare il sistema cardiocircolatorio e respiratorio, aumentare il dispendio energetico, aumentare il rapporto massa magra/massa grassa e ridurre il peso corporeo.

Per ultimo ma non per meno importante esiste l’approccio chirurgico. La chirurgia bariatrica negli ultimi anni è andata diffondendosi a causa del frequente fallimento delle terapie conservative.

Il miglioramento delle tecniche chirurgiche, anestesiologiche e la migliore conoscenza dei processi digestivi e ormonali che regolano il peso corporeo e il senso di sazietà, ha permesso di sviluppare interventi che si possono adattare ai diversi pazienti: così come un sarto cuce ad hoc un vestito al cliente, così il chirurgo cuce ad hoc un intervento al paziente.

La chirurgia non deve essere la prima scelta, né tantomeno deve essere considerata la “bacchetta magica” che risolve il problema. La selezione del paziente da sottoporre al trattamento chirurgico prevede una serie di valutazioni fatte da specialisti dedicati che valutano attentamente la candidabilità del paziente all’intervento e scelgono per lui e con lui il percorso da affrontare.

Il paziente obeso non è colui che subisce l’intervento ma diventa l’attore principale che dovrà affrontare un percorso pre e postoperatorio lungo, affiancato sempre da professionisti esperti, per poter così ottenere non solo un calo ponderale che riduca i rischi per la sua salute, ma che possa mantenere il risultato nel tempo.

Dott.ssa Micaela Serbelloni – Medico Chirurgo, Specialista in Chirurgia Generale, Specialista in Coloproctologia