Ho avuto il Covid, e sono guarito. Ma quali strascichi può lasciare, questa malattia, a livello polmonare?

Trattandosi di una polmonite interstiziale gli esiti sono variabili in considerazione dell’estensione dell’interessamento dei polmoni, della gravità della malattia, dell’ospedalizzazione con eventuale supporto ventilatorio e della durata della stessa.  Questo in quanto l’ospedalizzazione prolungata, in particolare in ambito di terapia intensiva, può portare a una riduzione della forza della muscolatura respiratoria con conseguente dispnea, cioè mancanza di respiro, soprattutto durante gli sforzi. Inoltre è in corso di studio se il tipo di polmonite con coinvolgimento della parte del polmone detta interstizio possa in alcuni casi persistere evolvendo in fibrosi polmonare, cioè in aree polmonari di fatto non funzionali ai fini degli scambi respiratori.

E quanto possono durare questi strascichi?

Anche in questo caso la malattia è estremamente eterogenea con tempi di recupero dei pazienti molto variabili da pochi giorni a mesi. Fra i determinanti di queste tempistiche, oltre l’età e le condizioni generali del paziente, vi è la presenza di altre insufficienze d’organo (insufficienza renale, cardiaca) eventuali altre patologie respiratorie preesistenti (comorbidità) anche se non diagnosticate, in particolare le malattie respiratorie ostruttive (come la BPCO).

Io ho un fisico normale: cosa è successo ai miei polmoni, dopo questa malattia?

In caso di interessamento lieve vi è una completo recupero della funzionalità respiratoria e quindi un assenza di sintomi residui. In breve il paziente recupera completamente lo status precedente l’infezione.

“Come si può migliorare la sintomatologia respiratoria?”

Vi sono ancora pochi dati in letteratura sugli interventi che è possibile eseguire. È importante indagare in primo luogo quali siano i sintomi persistenti in quanto vi è grande variabilità: dalla tosse ai dolori al torace alla dispnea. In presenza di sintomi, una valutazione pneumologica è importante per porre una corretta diagnosi differenziale eseguendo i test necessari quali quelli di imaging per “vedere” il polmone (radiografia, ecografia e, in casi selezionati, TC) e i test di funzionalità respiratoria, di grande importanza per verificarne il corretto funzionamento. Ad esempio, può essere indicato un riallenamento dei muscoli respiratori al fine di recuperare la forza degli stessi e quindi un percorso personalizzato di fisioterapia respiratoria. È inoltre importante assumere correttamente eventuali le terapie inalatorie in corso.

Sono uno sportivo, e ho notato che dopo la malattia le mie prestazioni sono calate. Come mai?

E’ difficile generalizzare, sicuramente una grave polmonite ha conseguenze funzionali rilevanti. Soprattutto nel caso di sportivi è importante approfondire la diagnostica con i test di funzionalità respiratoria completi (spirometria globale e test della diffusione) ed il test cardiopolmonare al fine di comprendere la natura di eventuali deficit residui in modo di poter comprendere quali siano i meccanismi di un eventuale prestazione ridotta che potrebbe variare da semplice decondizionamento generale a limitazione legata alla ventilazione o al circolo.

Dr. Giuseppe Francesco Sferrazza Papa
Medico pneumologo, Ricercatore Università degli Studi di Milano