Durante la bella stagione è piacevolissimo passeggiare e fare gite all’aria aperta: ancora più piacevole se si passeggia nella natura e in mezzo al verde. Bello, bellissimo: potrebbe però succedere di trovarci addosso, al nostro rientro a casa, uno o più regali indesiderati.

Delle fastidiose e antipatiche zecche attaccate alla nostra pelle.

Le zecche sono artropodi presenti in tutto il mondo e si dividono in due grandi famiglie: le zecche dure e le zecche molli. Questi piccoli animali necessitano di pasti di sangue per svilupparsi e per far maturare le loro uova, quindi devono cercare un ospite di loro gradimento e pungerlo. Le zecche molli restano attaccate al loro ospite per alcune ore, le zecche dure per giorni o settimane.

Questi artropodi possono essere portatori di molti batteri e virus che possono trasmettere durante il periodo del morso: il rischio di contrarre un’infezione aumenta al prolungarsi del contatto con la zecca, quindi questo è il motivo per rimuovere il più presto possibile questi parassiti.

Le zecche hanno un periodo di attività che dipende dall’umidità e dalla temperatura ambientali e sono più attive d’estate. Non volano né saltano ma, tipicamente, si appostano all’estremità delle piante, arbusti ed erbe attendendo che passi una “vittima” a cui attaccarsi. Il loro morso è indolore perché utilizzano una sostanza anestetica per far penetrare il loro rostro, che è la sorta di “becco” col quale si alimentano, nella pelle. Da quel momento iniziano a succhiare il sangue al loro ospite.

Al ritorno da una passeggiata all’aria aperta bisogna controllare tutta la pelle, aiutandosi anche col tatto, per indagare la presenza di questi sgraditi animaletti. Le zone dove si insediano di preferenza sono la testa, il collo, i fianchi, le ginocchia: ma possono trovarsi ovunque.

È importante prevenire l’infestazione da zecche utilizzando dei semplici accorgimenti come indossare degli abiti chiari che permettano di vedere il parassita che si arrampica e di rimuoverlo prima del morso, non toccare l’erba e le piante ai margini dei sentieri ed evitare di addentrarsi nella vegetazione o nelle zone adibite a pascolo, utilizzare dei repellenti per insetti da spruzzare sugli abiti.

Sebbene non tutte le zecche siano infette da patogeni, è bene rimuoverle al più presto per evitare rischi. Non si devono assolutamente utilizzare sostanze di alcun genere come alcool, vaselina, olio o altro per “stordire” la zecca: questa, infastidita e in sofferenza, potrebbe facilmente rigurgitare la propria saliva e il suo contenuto intestinale attraverso il rostro, passando le eventuali infezioni all’ospite.

Si dovrà invece afferrare saldamente, con l’aiuto di una pinzetta, la parte della zecca più vicina alla pelle e tirare dolcemente verso l’alto, ruotando lievemente. Non si deve schiacciare il corpo della zecca, perché ciò spremerebbe il contenuto del suo apparato digerente nella sede di puntura. La ferita andrà disinfettata subito con un disinfettante non colorato che permetterà di apprezzare se sono rimasti pezzi di rostro infissi nella cute. In tal caso questi andranno rimossi con l’aiuto di un ago, come se fossero schegge. La zecca staccata, invece, andrà distrutta, per evitare nuovi morsi, badando a non toccarla con le mani.In caso di puntura di zecca è indicata la profilassi antitetanica, se non si è rinnovata la vaccinazione nei 10 anni precedenti, ma non la profilassi antibiotica. Bisogna invece annotare la data di rimozione della zecca e comunicare al proprio medico se nel periodo successivo dovessero insorgere segni e sintomi come chiazze rosse sulla pelle nella sede del morso, oppure febbre, debolezza, mal di testa, dolore alle articolazioni o linfonodi gonfi.

Se non si è sicuri di saper rimuovere le zecche nel modo corretto, è sempre bene rivolgersi al dermatologo di fiducia o, in mancanza di questo, al medico Curante.

Dott.ssa Laura Colli – Dermatologa