Da poco più di un anno a questa parte, le mascherine sono entrate a far parte delle nostre vite come mezzo imprescindibile di prevenzione dell’infezione da coronavirus. Proprio da un anno si è notato che l’uso protratto di questi mezzi di protezione può causare dei problemi alla pelle del viso, dall’irritazione della pelle, al peggioramento di condizioni già presenti, come l’acne, la rosacea o la dermatite seborroica.

Proprio per l’elevato numero di casi di acne peggiorata o causata dall’uso della mascherina, è stato coniato il termine “maskne”, che viene dall’unione di mask (mascherina) e acne.

L’eruzione della maskne, con pustole e comedoni (punti neri e punti bianchi) che si localizzano al mento e alle guance, viene causata dallo sfregamento del tessuto sulla pelle, che viene irritata, dall’umidità che ristagna sotto la mascherina, provocando la diminuzione dell’esfoliazione delle cellule della pelle e l’accumulo di sebo, che vanno ad ostruire i pori; inoltre in un ambiente così caldo e umido proliferano i batteri come il Cutibacterium acnes che si accumulano nei follicoli generando le pustole.

Per prevenire questi problemi è importante detergere due volte al giorno il viso con un detergente delicato senza fragranze e idratare subito dopo la pelle. Meglio poi evitare l’applicazione di make up nella zona coperta dalla mascherina, perché può ostruire ulteriormente i pori. È poi bene non intraprendere skin routine con prodotti esfolianti aggressivi, che potrebbero irritare la pelle.

Se queste accortezze non dovessero bastare a prevenire o a far migliorare la situazione della pelle, meglio allora rivolgersi a un dermatologo ed evitare il fai-da-te, per non trovarsi con antiestetiche cicatrici e per risolvere al più presto questa fastidiosa eruzione.

Dott.ssa Laura M. L. Colli
Medico Chirurgo
Specialista in Dermatologia e Venereologia